Percorso - Museo Vescia

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Percorso

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KIVA
La Saletta di forma rotonda riproduce la tradizionale stanza cerimoniale e rituale ancora in uso in certe popolazioni indiane. Le Kivas venivano spesso costruiti in seminterrati con un tetto a volta da cui era possibile l’accesso nel locale interno mediante una scala a pioli, riprodotta nella kiva cavonese. Mentre la luce del sole scendeva dall’alto smorzata, creando un ambiente di penombra ideale per la meditazione, una piccola apertura veniva ricavata fra il focolare e la parete. Questo passagio, il Sipapu, veniva considerato l’accesso ai quattro mondi sotterranei. Attraveerso il Sipapu, una sorta di via d’entrata e d’uscita dal mondo, si istituiva una via di contatto con l’energia e l’anima più profonda del pianeta terra. E’ proprio nella kiva, in questo ideale ponte fra terra e cielo, che le popolazioni native americane educavano i giovani, tramandavano leggende e storie del proprio popolo e svolgevano assemblee e cerimonie.

La kiva simulata a Cavona restituisce al visitatore un’atmosfera autentica di quiete e pace ed espone i reperti più salienti legati ai nativi americani. Punte di frecce di varie epoche (dall’8000 a.C. al 1500 d.C.) si alternano alle ceramiche azteche e maya, una a forma di coppa a testa di giaguaro e le altre rappresentanti figure o divinità antropomorfe. La presenza di testimonianze precolombiane, aldilà dell’intrinseco valore archeologico e storico, permette di documentare civiltà che influenzarono notevolmente la cultura e gli usi degli indiani Pueblos (Arizona – New Mexico) del sud ovest. Foto e oggetti di uso quotidiano illustrano vita, costumi religiosi e alimentazione delle popolazioni Pueblos. Una bacheca in vetro mostra gli elementi base dell’alimentazione tipica dei nativi: grano, fagioli, zucca e alcune foto illustrano le attività legate alle semina e alla macina del grano che veniva fatta attraverso il cosiddetto Mano, macina di pietra di cui viene esposto un esemplare. Altre foto e oggetti accompagnano questo viaggio alla scoperta di riti e usanze dei nativi americani: oggetti cerimoniali fra cui un sonaglio che riflette il rumore della pioggia, un bullroarer Apache, oggetto che roteando emette sibilli simili al vento, una bambola kachina Hopi usata in cerimonie d’insegnamento ai giovani e un ventaglio Peyote Navajo da cerimonia. Infine cesti, ceramiche, mocassini, collane e tappeti Navajo completano l’allestimento.

SALA DEI PIONERI
Usciti dalla kiva si passa in una saletta che riconduce con la memoria alla grande epopea del far west americano. La saletta dei pioneri è infatti dedicata alla componente “bianca” della società del sud ovest americano: quella dei cow boy, dello sceriffo e dei saloons. Particolare attenzione è data alla ricostruzione di modi e stili di vita dei pioneri. L’ambiente restituisce molto dell’immaginario del far west e propone un inevitabile confronto con lo spazio precedente della kiva. Il mondo dei cow boy è rievocato dalla sella e dalle attrezzature per cavalcare, dalle borse di cuoio e dalle sacche per le scorte d’acqua in uso all’epoca.

Oggetti da rodeo, targhe, briglie e lazi completano la suggestiva rievocazione. La vita di ogni giorno dei pioneri è riproposta anche attraverso l’esposizione di coletelli, pellicce d’orso bruno e di castoro e della tipica trapunta a stella. Uno sguardo va anche al tipo di alimentazione dei pioneri, così da poter cogliere differenze e analogie con quella dei nativi. Ecco così esposte conserve alimentari e scatole di latta di vario genere che era possibile acquistare presso le tipiche stazioni commerciali note come trading post. Interessante è il prezziario esposto datato 14 luglio 1703 nel quale il valore dei beni si riferisce al valore della pelle di castoro.

STUDIO BIBLIOTECA
Entrando nella sala biblioteca del museo si trovano esposte sulla sinistra alcune ceramiche, le più interessanti da un punto di vista archeologico, che ripercorrono varie epoche della storia dei Pueblos, di primi Basket Maker (fabbricanti di ceste, 2000 anni fa) ai Pueblos post colombiani. Di fronte alle vetrine dedicate alla ceramica sono esposte vari tipi di calzature: dagli stivali dei cow boys ai mocassini degli indiani, una decina di armi da fuoco, trapunte (quilt) e una serie di tappeti di manifattura Navajo e Chimayo. All'uscita del museo due vetrine concludono il percorso. Nella prima sono esposte altri oggetti di fattura Pueblos fra cui frecce piumate, un'acconciatura a testa di bufalo ornata con perline e coda di volpe e un sacchetto per incantesimi.

Nell'ultima vetrina sono invece in mostra vari ricordi e cimeli del Dottor Vescia, alcune fotografie, ricordi personali e le due croci al merito di guerra, un ultimo pensiero al collezionista, un cavonese che si innamorò delle immense pianure dell'ovest e seppe ricondurre il suo sogno americano nel cuore della sua valle..

 
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